Вход/Регистрация
Генуя Хандрящая
вернуться

Поццани Клаудио

Шрифт:

9

Una vita fuori posto

Forte con i fortidebole con i deboliincapace ad obbedirenon adatto a comandaretangendo il successosempre un passo indietroed il corpo troppo avanti.Forte con i fortidebole con i deboliho distrutto vitesenza fare prigionieritrascinando le cateneper tenermi sveglio.Ho lasciato una scia umida e neracome lumaca ulcerosa e maledetta.Ho lasciato in eredit`aun banco vuotoin una classe d’asilo.Forte con i fortidebole con i deboli.

10

Ho vomitato l’anima

Ho vomitato l’animaierie adesso mi sento pi`u leggeroposso nuotare liberosenza zavorre di rimorsi e cattiverieHo vomitato l’animaierie ho sporcato il cessoNon so cosa mi uscisse dal corposembrava limatura di ferromischiata a cotone insanguinatoforse aveva segato le sbarreper poter scappareforse si era feritaforse infettataHo vomitato l’animaierima non `e stato come me l’aspettavoPensavo che attendessele trombe del Giudizio Universalela barca di Caronteo almeno un rintocco di diafane campaneNiente.Non ce la faceva pi`u a restarmi dentro.ScalciavaUrlavaSoffocavae io mi forzavosopportavoperch'e pensavo che fosse indispensabile avere un’animae anche lei pensava d’aver bisogno d’un corpoE’ strisciata via dalla mia boccala sua coda era lunga e spinosae si agitava guardandosi attornoHo vomitato l’animaierie chiss`a dov’`e finitaSembrava fatta di mercurioimprendibilecome quando ce l’avevo dentroe mi rovesciavano come un guantorestando attoniti davanti alle mie pareti lisceHo vomitato l’animaierie oggi i Nullibisti di Henry Mooremi vogliono gi`a come loro capolistaalle prossime elezioniAppena sei vuotovieni scelto per rappresentare gli altriUn bidone che pu`o contenerepi`u rifiuti possibiliRifiuti di cartaRifiuti di carneRifiuti nati per essere rifiutiRifiuti fatti per non essere rifiutiHo vomitato l’animaierie forse mi manca gi`a:non so pi`u con chi mentirequando sono soloquando sogno soloIl letto a volte m’ingoiami accoglie sorridentee poi si piega a met`acome una pizza mangiata con le manie io mi sento digerito nei sognidigerito bene quando non li ricordodigerito male quando i miei occhial risveglio si spalancano di colpo e mi sputano fuoriHo vomitato l’animaierie forse se ne sta nascosta nel sifonearringando grumi di capelli, microbi, saponie incrostature nere di chiss`a cosaCosa star`a dicendo di me?Se ne parler`a male ogni mattina il lavabos’intaser`a per scioperoEppure anche voi, Popolo dello Scarico,avevate fiducia del mento che intravvedevate dal bucoNon lasciatevi corrompere anche voi come ho fatto ioora lei `e la vostra guida come lo `e stata per me,vi far`a diventare profumati, bianchi & pulitiUn Popolo dello Scarico senza identit`aVoi abituati a guardare dal basso in altoe a provarci gustoCome quando io bambino alzavo lo sguardoe vedevo le nuvole marzolineimpigliarsi nei baffi di mio padreo la mano di mia madreche pendeva come una lianaa cui appendermi sicuroHo vomitato l’animaierie fu forse rigurgito infantile,latte e biscotti al plasmonscaldati dal mio giovane ventreAvere un’anima al plasmonAl napalm, al plancton, al clacsonAvere un’anima e vomitarlae quel vomito animarloNon `e colpa mia se anche staserasono costretto a inventarmi storie che nessuno mi racconta maie non `e neanche questioned’essere un eterno bambino,perch'e gli altri non sono cresciutisono soltanto gi`a mortie al Cimitero s`i, ci vado a giocare,ma la noia ben presto si trasforma in zanzare buieMangio bestie morte fatte a fetteHo l’immagine di un moribondo sopra il mio lettoHo studiato e amato le opere di uomini mortiLe cose morte mi hanno sempre nutrito corpo e animaE il primo `e dannatamente vivo e instancabileE la seconda addirittura `e fuggita viaHo vomitato l’animaierie chi se ne fregaAl primo freddo rientrer`a da solacome un gatto scappato sui tettiche rientra starnutente e arruffatoForse si star`a proprio azzuffandocon i gatti che in varie epoche mi sono stati accantoe che per tutta la loro vitaamarono di me soprattutto le maniquando si trasformavano in ciotole pieneo in spazzole ossute caldeHo vomitato l’animaierima tu mi sei rimasta dentroEravate nella stessa cellae lei se n’`e andata senza dirti nullao sei tu che sei voluta restare:ti manca poco per uscire regolarmenteperch'e scappare, dunque?No, tu mi sei rimasta dentrodentro come sempreE’ uscito di tutto dal mio corpoUmori, bestemmie, sogni, raffreddori, denti da latteAdesso anche l’animaE’uscito di tutto, dicevo,tranne tee tranne meHo vomitato l’animaierisembrava un mazzo di rose sul pavimentocome uno di quelli che mi facevano arrossire al ristoranteperch'e non sapevo cosa dovevo faree ti avrebbe tenute le mani occupate tornando a casaQuelle mani, ahim`e soltanto due,che avrei voluto sanguisughe da salasso su di me,dieci, venti soffici ventose tiepide sulla schienaa togliere umidit`a, vuoto ed amarezza.Ho vomitato l’anima,ieri.

11

La donna dalle lacrime dolci

Sei la donna dalle lacrime dolciOgni tuo gesto `e una fiamma leggeraSei l’ombra, sei il gatto che fugge e poi ritornaSei l’impatto del treno contro i rami sporgentiUn alambicco pieno di mercurio e di zolfobolle di notte tra i tuoi seni perfettiQuanti a. lchimisti hanno perso i polmoniinseguendo i fumi del tuo corpo sudato!Sei la donna che detta il ritmo delle stagioni,che dimezza l’attesa tra un mio battito e l’altroSei Venere che sorge da una colata di lavaSei Psiche che tiene sempre accesa la luceCalpesti la terra e neanche ti accorgiche ad ogni tuo passo prende vita un giardinoPer i tuoi capelli il vento sta ringraziando Dioper avergli donato uno scopo di vita

12

Danzo

Danzo la danza delle idee genialisperando che tu mi dica qualcosa di nuovoDanzo la danza dei perdenti e perdutisapendo che i miei passi saranno vaniDanzo la danza degli ingenui felicicredendo che il mio sudore serva a qualcunoDanzo la danza dei profittatorie danzer`o finch'e mi pagheraiE danzo, danzo, danzoper vincere la mia arroganzaDanzo, danzo, danzoil perch'e non ha importanzaDanzo la danza dei maledettiperch'e lo spleen mi arriva fino al toraceDanzo la danza dei presuntuosiperch'e anche tu lo sei se ti credi al mio livelloDanzo la danza degli indesideratimi sono allenato molto davanti alle porte chiuseDanzo la danza degli insofferentiti puoi spostare un po’ pi`u in l`a, per favore?E danzo, danzo, danzofino a che rester`o in piediDanzo, danzo, danzoperch'e sei tu che me lo chiedi.

13

Vengo a portarti una poesia di Neruda

Ho un galoppo nel cuoree onde al guinzaglioDi questo mare insepoltoimpaster`o vento e sabbiaper costruire i tuoi piedi rumorosie sentirli danzare dentro i miei occhiPer raggiungerti salgodal mare alla collinaLa mia testa si ridisegna stellaper chiamare le tue vociLe mie labbra si arcuano stanchein sorrisi autunnabondi e distrattiE io sono qui,su questo autobus che scuote il mio corpocome un dadocome un tappetoarrancando su polverose straderese mute dalla pioggia improvvisaLe farfalle applaudono al mio passaggiosbattendo le alisopra le pozzanghere che ingoiarono NarcisoHo un galoppo di ondenel mio cuore al guinzaglio.Portami dove si possa dimenticarequesto secolo che ci vede esiliati,questi temporaliche non riescono pi`u a rinfrescarci,queste celebrazioni e abbracciche sembrano inutili corone di fiori.Il mare `e laggi`ulontano come un progetto abbandonatole ruote sparano sassi e ricordisulla salita che la tua casa mi srotola davantiSono l’intagliatore di foglie di carciofoe ti porto in dono sagome di nubiA te,bicchiere dall’orlo sbeccatoche non posso baciare senza ferirmiA te,orecchio reciso e gettato su un pratoper ascoltare i segreti delle formicheA te,porto in dono la mia giacca logora,la mia resistenzae questa poesia smarrita di Pablo Neruda.

14

Tua assenza: prato, spiaggia e autostrada

Appoggiato ad un prato verticaleaspetto una farfalla che mi porti in suC’`e un palazzo col labbro leporinocon i balconi feriti dai geraniHo impastato cuori e fili d’erba ho trovato un nido di frullinifra poco il vento mi parler`a di teHo trovato un passaggio segretodentro le tasche dei miei calzoniSpiagge deserte e scogli turchesie ciuffi di candelabri accesiIl tuo corpo inghiottito dalla sabbia i tuoi occhi diventano giriniadesso il mare appartiene a teLa tua schiena `e una calda ipotenusache porta ad un’area di servizioIl mio braccio una netta tangenzialeche sfiora i tuoi cavalcaviaSon rinchiuso in un’oliva con le ruote e respiro finti aromi di foresta – non riesco ancora a far senza di te

15

Pensierino

Quante voltecaro signor Maestrocol ditino alzato e lo sguardo severomi ammonisce dicendo«se tutti facessero come te»intendendo che la mia attivit`a culturalenon serva al progresso del Paese,a far ripartire la sua economiae neppure, essendo artista, a far fiorire la miaMa allorauna volta per tuttecaro Signor Maestromi lasci direche se tutti facessero come menon ci sarebbero polizieperch'e perfino alle zanzare chiedo scusae mi appello comunque alla legittima difesaquando le sgiornalo contro il muronon ci sarebbero esercitiperch'e l’unico Paese che voglio invadere`e quello delle emozioni altruie l’unico territorio che devo difendere`e l’intimit`a dei miei affetti e dei miei pensierinon ci sarebbero aguzzini e aguzzineche con la loro concezione totalitaria dell’amoredevastano la vita di chi li ha incontratich'e se vuoi bene a una personavuol dire che vuoi il suo beneindipendentemente da cosa ti d`aQuindi`e meglio che non mi dica pi`u«se tutti facessero come te»perch'e si rischierebbe di vivere in un mondo meravigliosodi avere un sacco di tempo liberodi fare le cose che si amanoMa ora mi viene alla mentecaro signor Maestroche se vivo in un mondo che fa schifoallora lo devo a lei e alla maggior parte delle personeche non sono come meche se ne fregano degli altrie soprattutto se ne fregano di se stessiA lei e a loro dovrei chiedere i dannie forse le miei poesie sono proprio questo:sono i moduli per sporgere reclamoE sto anche pensando,signor Maestro,che per la legge dei numeri che lei mi ha spiegato cos`i beneallora anche in questa salac’`e un sacco di persone che mi costringe a vivere male.A questi non voglio pi`u rivolgere n'e sorrisi n'e parole.Io mi appello agli altri.Alzatevi in piedi e fatevi vedere.

Конец ознакомительного фрагмента.

  • 1
  • 2

Ебукер (ebooker) – онлайн-библиотека на русском языке. Книги доступны онлайн, без утомительной регистрации. Огромный выбор и удобный дизайн, позволяющий читать без проблем. Добавляйте сайт в закладки! Все произведения загружаются пользователями: если считаете, что ваши авторские права нарушены – используйте форму обратной связи.

Полезные ссылки

  • Моя полка

Контакты

  • chitat.ebooker@gmail.com

Подпишитесь на рассылку: